Birra artigianale: come riconoscerla

Molto spesso le industrie cercano di spacciare le proprie birre per prodotti artigianali. Come riconoscere quindi se una birra è veramente artigianale?

Ancor prima di assaggiarla, è bene leggere l’etichetta, poiché ci può dare delle informazioni utili anche sul produttore.

Se, ad esempio, la birra in questione è stata realizzata da una SpA, molto difficilmente potrà essere artigianale.

Non dimentichiamoci che i birrifici artigianali sono ancora realtà abbastanza piccole.

Il secondo aspetto al quale bisogna prestare attenzione è il profumo che la birra emana. I produttori artigianali sono estremamente attenti nella scelta delle materie prime e la loro qualità si riconosce anche dagli aromi che la bevanda rilascia.

Una blanche artigianale porterà al vostro naso un aroma floreale e agrumato; una porter vi avvolgerà con un profumo di caffè, cacao, liquirizia.

Una birra artigianale, per essere definita tale, non deve essere filtrata né pastorizzata.

Non essendo sottoposta al processo di filtrazione, la birra artigianale mantiene intatti i lieviti usati per la sua produzione, in questo modo il sapore risulta più intenso.

La pastorizzazione consiste nell’aggiunta di conservanti alla bevanda. Non subendo tale processo, le proprietà nutritive e organolettiche della birra artigianale rimangono inalterate.

Le birre industriali, al contrario, contengono ovviamente additivi e conservanti che ne prolungano la conservazione.

Una birra artigianale non viene sottoposta a processi chimici, riuscendo così a conservare gli aromi e i profumi originali delle materie prime impiegate.

Differenze birre artigianali e industriali

Portando l’attenzione sugli ingredienti, quando si degusta una birra artigianale capita non di rado di trovare ingredienti insoliti e originali.

Ai mastri birrai, infatti, piace sperimentare e stupire, provando nuovi accostamenti e cercando sapori diversi.

Inoltre, i birrifici artigianali hanno un forte legame con il terrorio nel quale sono situati e nella produzione vengono impiegate materie prime locali.

Per questo motivo, una birra artigianale è in grado di regalare sensazioni che è difficile ritrovare in una birra industriale.

Se lo scopo delle industrie birraie è quello di creare un prodotto standard, riconoscibile da tutti, i birrifici artigianali, al contrario, puntano a creare una birra unica e di elevata qualità.

Come in tutti i settori, anche in quello birrario, la qualità ha un prezzo. Ecco perché una birra artigianale ha un costo sicuramente elevato rispetto alle industriali.

Quello che si paga è la ricerca della qualità e dell’unicità, che solo un prodotto artigianale è in grado di offrire.

In definitiva, produzione, scelta degli ingredienti, gusto e sperimentazione sono le 4 variabili che distinguono una birra artigianale da una industriale.

Hasta la Birra!

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Consumi di birra in Italia

Consumo di birra in Italia: qualche dato

I giovani italiani amano la birra e sono soliti berla durante i pasti. Per loro la bevanda è sinonimo di socialità, pizza, estate e divertimento. A dirlo è un interessante sondaggio, condotto da alcuni ragazzi dell’Università IULM di Milano.

Qualche mese fa, ci ha contattati su Instagram Marco, studente del corso di Laurea Magistrale in Marketing, Consumi e Comunicazione. Insieme ad alcune compagne, Elisa, Rachele e Virginia, si è occupato di elaborare una strategia per il rilancio di una nota birra del Sud. Obiettivo del progetto era rendere questa birra appetibile a un target giovane.

Per realizzare il progetto, Marco, Elisa, Rachele e Virginia hanno somministrato una survey a un campione di 242 persone, interrogandole sul consumo di birra.

I risultati parlano chiaro: i giovani tra i 18 e i 40 anni preferiscono bere birra durante i pasti, superando anche il vino, dimostrando come sia sempre più apprezzata dalle nuove generazioni.

Consumo di birra in Italia- survey 1

Durante l’aperitivo, la situazione cambia. Sono infatti le persone di età compresa tra i 26 e i 50 anni a preferire la birra. La fascia 18-25, invece, sceglie lo spritz.

Consumo di birra in Italia- survey 2

I più giovani sono soliti consumare birra con maggiore frequenza, anche più di due volte a settimana.

Consumo di birra in Italia- survey 3

Nonostante i ragazzi siano più propensi a consumare birra durante i pasti, non si sentono ancora pronti a sostituirla al vino nei ristoranti. Questo dato non ci stupisce, del resto l’Italia è un Paese con una forte tradizione vinicola, tuttavia molti ristoratori stanno iniziando a proporre birra artigianale nei ristoranti.

Consumo di birra in Italia- survey 4

Se è vero che la birra è per tutti sinonimo di convivialità e dello stare insieme, la maggior parte delle persone che hanno partecipato alla survey preferiscono consumare birra in compagnia. Non mancano però veri appassionati, che amano godersela anche da soli.

Consumo di birra in Italia- survey 5

In Italia, possiamo ritenere che la birra sia la bevanda dei giovani, nonostante ci sia ancora molto da imparare sulla cultura della birra artigianale. Oltre alla grande varietà di stili disponibili sul mercato, in grado di accontentare tutti i palati, la birra ha sicuramente quello che in inglese viene chiamato “hype”, ossia la capacità di suscitare clamore. Parte del successo va anche ricercato nella creatività dei birrifici, capaci di creare packaging aggressivi ed etichette originali, nonché di utilizzare ingredienti innovativi e ricercati.

Hasta la Birra!

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La birra artigianale nei ristoranti

La maggior parte delle persone, quando esce a cena, si fa consigliare il miglior vino da abbinare ai piatti scelti.

Del resto, sono ancora pochi i ristoranti che possiedono un carta dedicata alla birra. Molti si limitano ad averne un paio, spesso neanche artigianali.

Ma le cose fortunatamente stanno a poco a poco cambiando. C’è chi afferma che gli abbinamenti di cibo e birra siano più stimolanti di quelli con il vino.

A dirlo è Daniel Burns, canadese trasferito a New York, dove a inizio 2013 ha aperto la birreria Tørst e, a luglio dello stesso anno, il ristorante Luksus.

Qui non si servono vini ma birre artigianali: 150 per l’esattezza! È stato il primo ristorante a non avere una carta dedicata ai vini. La proposta di Burns è stata così innovativa che a novembre 2014 ha ottenuto una stella Michelin.

Finora la tradizione culinaria italiana ha puntato sull’abbinamento dei vini alle pietanze, ma perché non provare con le birre?

Troppo spesso vi è l’idea che la birra si sposi bene solo con la pizza, le patatine fritte o la carne alla griglia. Oggi esistono tanti stili diversi di birre, realizzate a volte con materie prime innovative e originali, ed è possibile trovare l’abbinamento adatto a ciascun piatto.

In pochi anni i birrifici artigianali italiani hanno saputo evolversi e alcuni hanno raggiunto una qualità elevata, riuscendo ad acquisire consensi anche all’estero.

L’assenza di una tradizione ha permesso di sperimentare: non è un caso che i birrai italiani siano riconosciuti come i più creativi.

Il movimento brassicolo italiano sta continuando a crescere e rappresenta uno dei fenomeni culturali più importanti degli ultimi 40 anni, al punto di essersi meritato una festa, la giornata nazionale della birra artigianale.

Le nostre origini ci rendono particolarmente legati alla buona cucina. Ma allo stesso tempo dovrebbero darci il coraggio di osare e sperimentare abbinamenti diversi. Bere una birra con un piatto di pasta non è una follia, se si riesce a trovare il giusto equilibrio.

In futuro, nei ristoranti, ci auguriamo che sia possibile essere consigliati da un beer sommelier, in modo da vivere sensazioni nuove e inaspettate, grazie agli abbinamenti tra birre artigianali e cibo!

Hasta la Birra!

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Festa nazionale della birra artigianale

Giornata nazionale della birra artigianale

Il 23 giugno si celebra la prima giornata nazionale della birra artigianale.

Nell’anno in cui il movimento brassicolo italiano compie 25 anni, nasce questa festa, come celebrazione della strada fatta e dei risultati raggiunti finora.

Nel 2020 in Italia sono stati rilevati quasi 1000 birrifici artigianali, che nel corso degli anni hanno aumentato la capacità produttiva, con maggior penetrazione nel panorama nazionale, ma anche all’estero.

Un mondo in continua evoluzione, che ha saputo innovarsi nel corso degli anni, provando a diffondere una nuova cultura: quella della birra artigianale.

23 giugno - Festa nazionale della birra artigianale

Dopo un anno di estrema difficoltà per tutti, la giornata nazionale della birra artigianale invita tutti i birrai e i publican a festeggiare, lasciando per una volta alle spalle i mesi trascorsi e brindando al successo raggiunto, ai litri di birra prodotti, alla diffusione di questo movimento così rivoluzionario, insieme a tutti gli appassionati.

Sono tantissime le iniziative organizzate dalle birrerie e dai birrifici di tutta Italia: eventi, sconti, lanci di birre speciali.

Una grande festa, nonché un importante traguardo, per tutti i professionisti e protagonisti del mondo brassicolo artigianale, con la speranza che il movimento possa continuare a crescere.

Hasta la Birra!

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Birra artigianale italiana: quando e come è nata

Il 1996 viene considerato l’anno della nascita della birra artigianale italiana.

Sebbene esistessero già alcuni microbirrifici, fu proprio in quell’anno che nacquero tre realtà in grado di influenzare fortemente il panorama brassicolo italiano. Stiamo parlando di Baladin, del Birrificio Italiano e del Birrificio Lambrate. Ancora oggi importanti punti di riferimento del settore.

La totale assenza di una tradizione brassicola ha lasciato completa libertà ai mastri birrai, che hanno potuto sperimentare. È per questo motivo che i birrai italiani sono considerati tra i più creativi.

Oltre all’estro e alla maestria, i produttori nostrani hanno avuto la buona sorte di nascere e crescere in un Paese da sempre riconosciuto per la raffinatezza della cucina, per la ricerca continua del giusto abbinamento e per la qualità delle materie prime ricavate dalla terra.

I mastri birrai italiani hanno avuto il merito di saper impiegare nel mondo della birra degli ingredienti fino allora considerati insoliti, ma che fanno della genuinità la loro forza, basti pensare alle castagne, al miele nostrano, alle mele, all’uva, oppure ai cereali tipici italiani, come il farro o i grani antichi.

Cereali e grani

Allo stesso tempo però la mancanza di abitudini produttive si è rilevata un ostacolo, in quanto si è resa necessaria una fase di rodaggio che ha richiesto molto tempo. Complice anche la necessità di sviluppare le giuste competenze.

Sapersi destreggiare con consapevolezza tra i tantissimi stili di birra è una capacità complessa, che richiede del tempo per essere sviluppata.

Nel corso degli anni, comunque, il movimento brassicolo artigianale italiano ha continuato a crescere. Tra il 2010 e il 2016 il numero di birrifici è triplicato, arrivando a 927.

Successivamente il trend del settore è rimasto positivo e si è confermato tale anche nel corso del 2020.

I dati aggiornati a fine anno contano 970 birrifici, 271 brewpub e 616 beer firm. Insomma, quello della birra artigianale è un mondo in continua evoluzione, che speriamo possa continuare a ingrandirsi.

Hasta la Birra!

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4 cose da sapere sulla birra artigianale

Il movimento della birra artigianale è relativamente giovane in Italia: le sue origini risalgono ai primi anni 90. Questo è soltanto uno dei molti motivi, per i quali oggi vi è ancora parecchia confusione e poche conoscenze rispetto alla birra artigianale.

Chi si avvicina per la prima volta a questo mondo, può sentirsi un pochino spaesato perché, a differenza di quanto si potrebbe pensare, è un universo molto vasto nel quale può essere difficile orientarsi.

Il primo impatto è quello decisivo e, siccome vogliamo che sia positivo per tutti, abbiamo pensato di raccontarvi 4 aspetti importanti per evitare di cadere in giudizi affrettati.

1. Artigianale non significa buona

Pensate di essere al pub con i vostri amici: quanto è bello ordinare una birra artigianale, anziché la industriale che tutti conoscono? Nella maggior parte dei casi, le birre artigianali sono prodotti di qualità indiscussa. Bisogna però ricordare che spesso sono il frutto di esperimenti dei mastri birrai e, in quanto tali, possono riuscire bene o male.

La birra è un’espressione artistica. Come in tutte le cose, spesso i prodotti migliori nascono per caso e a volte, prima di raggiungere la perfezione, è necessario fermarsi, rivedere alcuni ingredienti, modificare alcuni dettagli.

Se ne avete voglia, date sempre un feedback al mastro birraio. Senza dubbio i commenti positivi faranno piacere alla persona che ha impiegato tanta passione per realizzare quella birra. Le opinioni vengono sempre accettate di buon gusto, anche quelle negative, purché siano costruttive!

Tutti i mastri birrai, che abbiamo avuto il piacere di conoscere, sono accumunati dal desiderio di migliorarsi continuamente e dar vita a prodotti sempre migliori. Per loro, l’opinione del cliente è quella che conta di più!

2. Tante birre peggiorano dopo aver lasciato il birrificio

Quante volte vi è capitato di acquistare una birra ed essere impazienti di berla, per poi scoprire che non è davvero nulla di che? Ma siamo davvero sicuri che la colpa sia sempre del produttore?

Spesso sono i lunghi viaggi a rovinare le birre. Soprattutto se trasportate in stive di aerei, o in vagoni di treni merci, o a bordo di navi non adeguatamente refrigerate e protette dalla luce del sole. Si tratta infatti di una bevanda che si deteriora facilmente, se non movimentata nelle condizioni corrette. La cattiva logistica è in moltissimi casi la vera causa di una birra non buona.

Come tutti i prodotti “vivi”, anche la birra risente degli sbalzi di temperatura e degli effetti di luce e ossigeno. Il luogo ottimale per conservare questa bevanda deve essere fresco, pulito e al riparo dalla luce.

Per goderne appieno di tutte le caratteristiche, è fondamentale portarla alla giusta temperatura solo poco tempo prima di servirla.
Una volta aperta una bottiglia, è necessario consumarla subito, per evitare l’ossidazione che può incidere negativamente sul gusto della birra.

3. La conservazione è più importante della data di produzione

La birra, nella stragrande maggioranza degli stili, va bevuta giovane, non più tardi di un anno.

Come per tutti i prodotti alimentari, è importante non superare la data di scadenza riportata in etichetta, oltre la quale la birra comincia a perdere progressivamente profumo e sapori.

Questo non significa dover bere una birra a pochi giorni dall’imbottigliamento, alcune di esse infatti raggiungono il loro best a 4-6 settimane.

Il luppolo è diventato uno dei 4 ingredienti fondamentali della birra per le spiccate proprietà antibatteriche. Esso funge da conservante naturale. La conservazione della birra è importante, tanto quanto la scelta di ingredienti di qualità.

4. La birra artigianale è costosa

Tutti pensano che la birra artigianale sia cara. Nessuno però si ferma a riflettere su quanto possa essere costoso produrla. I mastri birrai spesso selezionano le migliori materie prime e utilizzano tecniche complesse di lievitazione e maturazione. I macchinari per produrre la birra hanno bisogno di manutenzione, i locali devono essere continuamente sanificati e igienizzati.

Inoltre, bisogna sempre tenere a mente che una birra artigianale viene prodotta in quantità limitata, assolutamente non paragonabile ai litri di birra industriale.

Basti pensare alla differenza di prezzo tra un pesce surgelato e uno fresco. Il primo è certamente più economico, ma il secondo è di gran lunga migliore in termini di qualità, sapori, profumi.

Produrre una birra artigianale ha dei costi elevati che, per forze di cose, aumentano il prezzo del prodotto finale.

Speriamo che queste informazioni siano d’aiuto a tutti coloro che stanno cominciando il loro viaggio nel mondo delle birra artigianale.

Hasta la Birra!

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Cos’è il Food Pairing?

Oggi si sente molto parlare di Food Pairing, ma cos’è esattamente?

Il Food Pairing è la disciplina che studia l’accostamento perfetto dei sapori. Si può parlare ad esempio di Beer and Food Pairing o di Wine and Food Pairing.

In pratica, si tratta di trovare l’abbinamento perfetto tra un cibo e, ad esempio, una birra.

Per fare Food Pairing non è sufficiente essere delle buone forchette, bisogna anche e soprattutto conoscere molto bene i prodotti che si vogliono degustare insieme, sapere quali sfumature di sapori hanno e se ci sono degli aromi che prevalgono.

L’abbinamento può essere fatto per similitudine di gusti, oppure per contrasto, giocando con la contrapposizione dei sapori.

Il concetto del Food Pairing è nato in Inghilterra ed è presto spopolato anche in Italia, diventando un vero e proprio trend.

Il primo sito di Food Pairing è stato presentato per la prima volta nel 2007 ad un famoso evento gastronomico spagnolo ed è diventato un punto di riferimento per tutti coloro che vogliono cimentarsi nel Pairing.

Il sito mette a disposizione degli utenti un tool che, in seguito alla selezione di un ingrediente, fornisce una serie di abbinamenti perfetti.

Il Food Pairing viene considerato una scienza: dietro a ciascuna combinazione di ingredienti esiste uno studio approfondito, relativamente alla sintonia dei sapori.

Beer and Chocolate Pairing

Il Beer Pairing

Quello del Beer Pairing è un fenomeno del tutto italiano e si pone come obiettivo quello di abbinare la birra ai giusti alimenti.

Oggi ci sono oltre 400 stili di birra e questo rende la sfida ancor più difficile. Se da un lato sappiamo per certo che esiste una birra perfetta da abbinare a ciascun cibo, dall’altra parte risulta molto complicato scegliere all’interno della vastità del mondo brassicolo.

Una regola fondamentale del Beer Pairing è che i due prodotti devono essere perfettamente in sintonia tra di loro, nessuno deve prevalere sull’altro.

Per la buona riuscita dell’abbinamento è importante seguire alcune regole base, dettate dagli stessi prodotti.

Ad esempio, volendo abbinare la birra al cioccolato, occorre sapere che all’aumentare della scioglievolezza del cioccolato deve corrispondere una birra con corpo esile.

Beer and Chocolate Pairing

Per approfondire il Beer Pairing consigliamo un interessantissimo libro, che vuole essere una vera e propria guida sull’abbinamento cibo e birra. Beer Pairing: the essential guide from Pairing Pros. Purtroppo il libro è disponibile soltanto in lingua inglese ma, per chi vuole dilettarsi nella lettura, è davvero molto piacevole e utile!

Hasta la Birra!

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Birra Porter: nascita e storia dello stile

La patria delle birre scure è sicuramente il Regno Unito: i britannici sono da sempre specialisti dell’essiccazione del malto a fiamma libera, che dona alla bevanda un bouquet di sfumature brune, fino a raggiungere il colore nero.

Fino al XVII secolo, la divisione tra le diverse tipologie di birra non si faceva in base al colore, ma in base alla provenienza geografica, oppure a differenze durante la fase produttiva.

Nel Regno Unito esistevano fondamentalmente due stili distinti: le Ale più tradizionali, prodotte con utilizzo minimo di luppolo, morbide e maltose, e le Beer, spiccatamente amare, antenate delle IPA.

Grazie all’introduzione dei forni a getto d’aria per l’essiccazione del malto, dopo la metà del 1600 si sviluppa un nuovo stile. Questi forni consentivano di regolare più precisamente la temperatura di esercizio, dando la possibilità di produrre birre molto più chiare, definite Pale Ale.

Il maggior costo di produzione rese care le Pale Ale, che vennero ribattezzate Twopenny, poiché questo era il prezzo di una pinta al banco.

Mentre la nuova Pale Ale stava spopolando, i produttori di birre brune cominciarono ad entrare in crisi profonda.

Per contrastare l’avanzata delle chiare, i birrai più tradizionali sperimentarono nuovi metodi produttivi: alcuni prepararono Brown Beer ancora più luppolate, per soddisfare la voglia di amaro degli appassionati; altri si specializzarono nella maturazione in botte di legno, donando alla birra note vinose e acide.

La nascita delle birre Porter

Porter

Durante il XVIII secolo, il porto fluviale di Londra era il più grande al mondo e dava lavoro ad un’imponente numero di facchini, definiti “Porters”.

Per poter guadagnare anche da questi lavoratori, perlopiù sfruttati e sottopagati, i pub inglesi dovettero inventare una bevanda economica e appetibile.

Si diffuse quindi la moda di servire cocktail birrari, cioè miscele di diversi tipi di birra: per le classi meno abbienti era l’unico modo per assaggiare la nuova e costosa Twopenny.

Era compito del publican fare la miscela al banco: spillava direttamente nel bicchiere ⅓ di Small Beer (Beer leggera), ⅓ di Stale (Ale invecchiata in botte) e ⅓ di Twopenny (Pale Ale forte).

La “nuova birra” aveva diversi punti di forza:

  • era ben luppolata;
  • era economica;
  • presentava una nota acidula, molto apprezzata dal popolo britannico.

Leggenda vuole che, nel 1722, Ralph Harwood evitò ai publican la miscelazione delle tre birre al bancone, mischiando i diversi mosti direttamente in fase di produzione.

Il liquido ricavato finiva in un’unica botte e, con il passare del tempo, prese il nome di “Porter”, dato lo stretto legame con gli scaricatori di porto.

Nel 1817 la ricetta originale venne modificata, in seguito all’introduzione sul mercato del malto Black Patent, torrefatto e capace di rendere la birra molto scura.

Tra i maggiori birrifici che utilizzarono il nuovo malto ci fu l’irlandese Guinness, capace di creare una Porter più rotonda e cremosa della versione precedente, almeno fino al 1973, anno in cui smise di produrla.

Le cause furono molteplici:

  • le grandi guerre e le crisi spinsero i birrifici ad una taglio dei costi, mediante la ricerca di metodi di produzione alternativi;
  • i consumatori cominciavano ad avere gusti diversi, preferendo birre moderne e più amare.

A far rinascere questo stile ci hanno pensato in tempi moderni gli Stati Uniti, grazie al movimento Craft, e il Regno Unito, tramite la costituzione del “Camra” (Campaign for Real Ale), un’associazione indipendente di volontariato, che ha lo scopo di promuovere la birra e i pub britannici tradizionali.

Differenze tra Porter e Stout

La parola Stout era utilizzata fin dai primi anni del 1700 per indicare tutte quelle birre che avevano in comune una certa robustezza.

Con la nascita delle Porter, l’aggettivo “Stout” venne usato per indicare versioni alcolicamente più forti delle Porter, le Porter Stout.

Nel corso del tempo, tuttavia, il termine venne ridotto in Stout.

Sebbene oggi non vi siano sostanziali differenze tra questi due stili, originariamente le Stout erano più scure, tostate e amare delle Porter.

Hasta la Birra!

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I migliori regali per chi ama la birra

Quando si tratta di fare regali, esistono due tipi di persone: quelle che impazziscono perché non hanno mai idee e quelle che iniziano a pensarci con due mesi di anticipo, riuscendo sempre a trovare quello perfetto.

Se rientri nella prima categoria e stai cercando un regalo per qualcuno che ama particolarmente la birra, sei nel posto giusto!

Da amanti della birra, nel corso degli anni abbiamo acquistato molti oggetti, libri, quadri che potrebbero diventare dei cadeaux molto apprezzati. Ecco quindi una lista di regali per chi ama la birra, con il link ad Amazon per l’acquisto!

Libri per chi ama la birra

Ci sono alcuni libri famosi, ma soprattutto molto ben scritti, che ci sentiamo di consigliare a tutti coloro che vogliono avvicinarsi al mondo della birra o ne sono affascinati:

  • Birrovagando per il Belgio, una guida per scoprire e conoscere il Belgio attraverso la propria tradizione e storia brassicola;
  • Atlante della birra, un viaggio in 45 Paesi del Mondo, alla ricerca delle migliori esperienze in fatto di birra;
  • La birra non esiste, un libro coinvolgente che racconta il mondo della birra visto dagli occhi dello scrittore, Lorenzo Dabove, nonché il massimo esperto di birra in Italia.

Bicchieri da birra

Tra i regali per chi ama la birra non possono di certo mancare i bicchieri. Ciascuno stile di birra deve essere servito nel bicchiere corretto, che ne favorisce la degustazione ottimale.

Kit per la produzione di birra

Sicuramente tra i regali più apprezzati dagli amanti di birra, il kit per produrre la bevanda a casa propria. Su Amazon è possibile trovare dei kit dotati di tutti gli strumenti necessari.

Poster sulla birra

Un poster molto carino, che consigliamo come regalo a chi ama la birra, è il World Beers Scratch Off Bucket List. Si tratta di una lista di 100 birre da grattare a mano a mano che vengono assaggiate. Ci sono birre prodotte in tutto il Mondo!

Hasta la Birra!

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Birramisù: ecco la ricetta!

Uno dei dolci italiani più conosciuti e apprezzati è il tiramisù. Altrettanto degna di nota però è la variante fatta con la birra, il birramisù appunto!

Questo dolce al cucchiaio piace davvero a tutti, anche a chi non ama particolarmente la birra.

La sua preparazione è molto semplice e praticamente uguale a quella del tiramisù. Unica differenza, la birra al posto del caffè.

Birramisù, la ricetta

La ricetta del birramisù

Per preparare il birramisù occorrono:

  • 3 uova
  • 250g di mascarpone
  • 70g di zucchero
  • Savoiardi
  • cacao in polvere
  • una birra da 33cl

Il primo passaggio consiste nel separare i tuorli dagli albumi, che devono essere montati a neve.

Successivamente bisogna unire lo zucchero ai tuorli e mischiarli fino a farli amalgamare completamente, per poi aggiungere il mascarpone e mescolare il tutto fino ad ottenere una crema senza grumi.

A questo punto è il momento di aggiungere 1/3 della birra – tenendo da parte quella avanzata – e gli albumi precedentemente montati.

Via con il primo strato di Savoiardi! Consigliamo di bagnarli nella birra che avevamo lasciato da parte ad uno ad uno, prima di inserirli nella pirofila e ricoprire il primo strato con la crema.

A seconda delle dimensioni della pirofila, queste quantità vi consentiranno di realizzare due o tre strati.

Una volta terminato, mettiamo il birramisù in frigorifero. Ricordiamo che il cacao in polvere va aggiunto soltanto un attimo prima di servire il dolce al cucchiaio!

Quale birra usare nel birramisù

Nella preparazione del birramisù vanno assolutamente vietate le birre molte amare, nelle quali prevale il luppolo. Ok invece a tutte le birre dolci e aromatiche, tostate e torrefatte, chiare o scure che siano.

Hasta la Birra!